Il Punto

 “È una bella prigione, il mondo.(Shakespeare)

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“Fin da quando nasciamo gli altri ci dicono che il mondo è in un determinato modo, e naturalmente noi non abbiamo altra scelta che accettare che il mondo sia come gli altri ci hanno detto che è. Il bambino apprende come deve percepire il mondo per essere pienamente integrato. Passo dopo passo, gli viene resa familiare una descrizione del mondo che egli impara a percepire, mantenere e difendere come “la vera realtà”. La ragione induce gli uomini a dimenticare che la descrizione è soltanto una descrizione, ma prima che arrivino a capirlo, hanno intrappolato la loro essenza in una gabbia da cui emergono raramente nel corso della vita.”
(Carlos Castaneda)
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“Ogni uomo viene al mondo simile a un foglio di carta bianca; ma le circostanze e le persone che gli stanno intorno fanno a gara per imbrattare questo foglio e per ricoprirlo di ogni genere di scritte. Ed ecco intervenire l’educazione, le lezioni di morale, il sapere che chiamiamo conoscenza, tutti i sentimenti di dovere, onore, coscienza ecc. Il foglio così sporcato, accorgendosi che le macchie vengono scambiate per meriti, le considera preziose. Non è strano che le persone dedichino così poca attenzione a se stesse, alla conoscenza di se stesse? Non è strano che chiudano gli occhi con tanto sciocco compiacimento su ciò che sono realmente, e che passino la vita nella piacevole convinzione di rappresentare qualcosa di prezioso? Esse si dimenticano di guardare il vuoto insopportabile che si cela dietro la superba facciata creata dal loro autoinganno, e non si rendono conto che questa facciata ha un valore puramente convenzionale.”
(G.I. Gurdjieff)

Sin dalla nascita iniziamo inevitabilmente ad assorbire e a far nostre credenze, usi e costumi della società in cui nasciamo. Crescendo nella realtà costruita da chi ci ha preceduti, giungiamo presto ad accettarne i presupposti a e considerarla come l’unica possibile, adattandoci più o meno bene ad essa. Anche se da adulti quasi tutti avvertiamo la sensazione di essere “in gabbia” o “caduti” in trappola, siamo costantemente suggestionati sin da bambini ad accettare lo “status quo” e a non essere “negativi” o “pessimisti” verso il mondo che ci circonda, ma ad inseguire il “successo” e l’appagamento nelle varie forme d’in-trattenimento che il sistema ha da offrirci. Per questo la nostra “prigione” non è semplicemente fisica ed esterna a noi, ma è soprattutto mentale ed emotiva.

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“Le catene delle abitudini, che limitano la nostra libertà e bloccano la nostra crescita, sono generalmente troppo piccole per essere avvertite, sino a quando diventano troppo grandi per poter essere spezzate.”
(Samuel Johnson)
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“Una persona può dirsi realizzata quando essa è ciò che realmente è, e non quello che la famiglia, la società o la cultura vogliono che sia.”
(Alejandro Jodorowsky)
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“Recuperate la vostra mente e liberatela dalle mani degli ingegneri culturali che vogliono trasformarvi in idioti consumatori di tutta questa spazzatura che viene prodotta dalle ossa di un mondo morente.”
(Terence McKenna)

Il mondo che ci circonda non è altro che il frutto della proiezione delle nostre menti ristrette e condizionate, ed è sorretto soltanto dal nostro inconsapevole consenso generale. Le nostre convinzioni, i nostri gusti e le nostre azioni, sono per lo più il risultato di influenze esterne a cui cediamo automaticamente per paura di non essere accettati o  non essere visti come “normali” (nella norma). Perciò, non siamo realmente noi a vivere nel mondo, ma è il mondo a vivere attraverso di noi. Non vedendo che ciò che chiamiamo “realtà” è solo il frutto di una visione limitata e arbitraria di tutto ciò che realmente è (e che potrebbe o dovrebbe essere), diventiamo a nostra volta carcerieri e aguzzini nei confronti di chi fiuta la verità e cerca la libertà dai condizionamenti.

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“Non è un segno di buona salute mentale essere bene adattati a una società malata.”
(Jiddu Krishnamurti)
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“Non è importante quanto a lungo si vive, ma se si sviluppa qualcosa che possa dare significato alla vita. Senza un contatto reale con il vero “io”, la vostra vita non ha significato. Senza quella relazione, non siete nulla.”
(Madame de Salzmann)
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“La gente è strana. Si infastidisce sempre per cose banali. E poi dei problemi gravi come il totale spreco della propria esistenza, sembra accorgersene a stento.”
(Charles Bukowski)
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“Basterebbe all’uomo di oggi di arrestarsi un istante alla sua attività e riflettere, commisurare le esigenze della sua ragione e del suo cuore con le attuali condizioni dell’esistenza, per accorgersi che tutta la sua vita, tutte le sue azioni sono in contraddizione continua ed eclatante con la sua coscienza, la sua ragione ed il suo cuore.”
(Lev Tolstoj)

Finchè non comprenderemo chi siamo realmente e quanto sconveniente sia la nostra posizione attuale, non potremo mai cambiare niente, nè fuori, nè dentro di noi. Le nostre paure illusorie ci impediscono di vedere oltre ed osare andare controcorrente. Non possiamo cambiare il mondo fuori se non spezziamo prima le catene mentali che limitano la nostra visione e i nostri pensieri, se non rompiamo le sbarre formate dai pregiudizi e dai sensi di colpa che ci assalgono quando non svolgiamo i “nostri doveri” o se non appaghiamo le aspettative che il mondo ci ha messo in testa e ci fa rincorrere per i suoi fini.

“Ho spesso visto persone diventare nevrotiche per essersi accontentate di risposte inadeguate o sbagliate ai problemi della vita; cercano la posizione, il matrimonio, la reputazione, il successo esteriore o il denaro, e rimangono infelici e nevrotiche anche quando hanno ottenuto tutto ciò che cercavano. Persone del genere di solito sono confinate in un orizzonte spirituale troppo angusto, la loro vita non ha sufficienti contenuti, non ha significato, se riescono ad acquistare una personalità più ampia generalmente la loro nevrosi scompare.”
(C.G. Jung)
“Se gli uomini potessero veramente rendersi conto della loro reale situazione, se potessero comprenderne tutto l’orrore, sarebbero incapaci di rimanere tali quali sono, anche per un solo secondo. Comincerebbero subito a cercare una via d’uscita, e la troverebbero molto rapidamente, perchè vi è una via d’uscita; ma gli uomini non riescono a vederla, per la semplice ragione che sono ipnotizzati. “Svegliarsi” per l’uomo, significa essere disipnotizzato.”
(P.D. Ouspensky)
“Siamo prigionieri della nostra programmazione culturale. La cultura è un’allucinazione di massa, e quando fai un passo al di fuori di essa ti rendi conto di quello che è.”
(Terence McKenna)
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“Il risveglio può essere molto doloroso per chi è troppo immerso nel proprio sogno.”

Letture, viaggi, pratiche meditative, shock (volontari o involontari) e alcune “Piante di Potere“, possono “perforare” il nostro “guscio mentale” lasciando penetrare barlumi di verità, e farci comprendere che la “realtà” comunemente accettata (con i suoi dogmi, morali e traguardi sociali) non è affatto l’unica e la migliore possibile o il frutto di un’evoluzione spontanea e naturale, ma che molto probabilmente è stata plasmata e manipolata da una ristretta minoranza che ha il potere e il dominio sulle masse e l’interesse a mantenere se stessa in quella posizione privilegiata. Questi “operatori occulti” possono essere accostati agli “Arconti” dello Gnosticismo, ai “Predatori” (Voladores) di Castaneda, o agli “Angeli caduti” biblici. Tracce di una loro presenza fisica sul nostro pianeta possono essere ritrovate nei “testi sacri” delle antiche civiltà e nei loro reperti archeologici anacronistici . Il mondo fittizio che percepiamo a causa della nostra ignoranza percettiva e mentale (Avidya) è chiamato “Maya” nell’Induismo e nel Buddismo. La chiave per riprendere contatto con la realtà è “conoscere noi stessi” e ripulirci dai condizionamenti che velano la nostra vera essenza, cioè, come gli Alchimisti, separare il “sottile dallo spesso”, il vero dal falso.

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“La nostra mentalità da schiavi, che nella cultura giudeo-cristiana ci promette consolazione nell’aldilà, non porta alcun vantaggio a noi stessi, bensì ad una forza estranea, che in cambio della nostra energia ci fornisce credenze, fedi e modi di vedere che limitano le nostre possibilità e ci fanno cadere nella dipendenza.”
(Carlos Castaneda)
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“Questo è quanto accade oggi nel mondo; l’uomo non è più importante: sono divenuti importanti i sistemi, le idee. L’uomo non ha più alcun significato. Possiamo distruggere milioni di persone pur di giungere a un risultato, e il risultato è giustificato dalle idee; abbiamo un magnifico castello di idee per giustificare il male. La società usa gli esseri umani come mezzo per sopravvivere ed è diventata più importante dell’umanità stessa. La cultura, la civiltà, l’economia, erano state create per servire l’uomo, ma ora è l’uomo che esiste per queste istituzioni.”
(J. Krishnamurti)
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“La libertà non è un beneficio della cultura: era più grande prima di qualsiasi cultura, e ha subito restrizioni con l’evolversi della civiltà.”
(Sigmund Freud, Il Disagio della Civiltà)

Quando ci liberiamo dai condizionamenti interni, molti impedimenti esterni svaniscono da sè; ma più ci “disintossichiamo” dal sistema, più ci accorgiamo inevitabilmente di essere circondati da automi che, volenti o nolenti, mantengono  lo status quo, difendendolo e alimentandolo. Cercare di “svegliarli” senza che essi stessi abbiano un impulso intimo e sincero verso la libertà, è quasi sempre inutile o controproducente. Il sistema (che li possiede) ci avvertirà come “virus” e attiverà le sue difese (etichette, derisione, emarginazione, ecc.) anche attraverso i nostri stessi amici o familiari, utilizzandoli come “anticorpi” per la sua sopravvivenza. Tenendo più al loro ego e alla reputazione che alla libertà, la maggioranza preferirà la tranquilla schiavitù del gregge alla rischiosa avventura dell’ignoto.

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“Il mondo intero aspira alla libertà, eppure ogni creatura è innamorata delle proprie catene. Questo è il primo paradosso e l’inestricabile nodo della nostra natura.”
(Sri Aurobindo)
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“A partir da un dato punto, non è più per il sangue, non è più per un umano destino che potrai ancora sentirti unito a qualcuno. Unito ti potrai sentire solo con chi è sulla tua stessa via.”
(Julius Evola)

 Il punto che accomuna la mistica (a cui la scienza si sta sempre più avvicinando) , la psicologia e le dottrine esoteriche è questo: quanto maggiore è l’identificazione con la nostra personalità illusoria (frutto di condizionamenti esterni), tanto maggiore è la nostra sofferenza e la nostra incapacità di vivere consapevolmente nel vero. L’unico modo per entrare in contatto con il reale è “ricordare noi stessi“, riconoscere e discernere il falso che è dentro e fuori di noi, da ciò che realmente siamo e che realmente ci appartiene. Per vivere un’esistenza reale, dobbiamo affondare le nostre radici nel Reale. Verità di questo tipo sono tramandate da sempre in “fratellanze” e tradizioni esoteriche più o meno occulte e possono essere rintracciate sotto forma di simboli e metafore in molti racconti, opere d’arte, e film.

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“La Conoscenza è velata dall’ignoranza, e perciò i mortali sono ingannati.”
(Bhagavad Gita)
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“L’uccello lotta per uscire dall’uovo. L’uovo è il mondo. Per nascere devi distruggere un mondo.”
(Hermann Hesse)

 

 

 

 


 

 


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